Cannabis Light: Il Governo Affonda un Mercato in Crescita Mentre Parla di Sviluppo Economico

in News

Nelle ultime settimane, la questione della cannabis light in Italia ha riacceso il dibattito politico, a seguito di nuove proposte di legge e interventi giudiziari che stanno influenzando il settore. Il tema principale è l'approvazione di misure restrittive contro la cannabis light, contenute nel DDL Sicurezza del governo Meloni. Queste modifiche legislative hanno suscitato forti reazioni da parte delle opposizioni politiche e delle associazioni di categoria, preoccupate per l’impatto sull'economia e sui diritti dei consumatori.

Il Contesto della Cannabis Light in Italia

La cannabis light è una varietà di cannabis con un contenuto di THC (tetraidrocannabinolo) inferiore allo 0,2%, che la rende non psicoattiva e legale in molti paesi, compresa l’Italia, per usi non terapeutici. Negli ultimi anni, questo mercato ha conosciuto una notevole crescita, con l’apertura di centinaia di punti vendita specializzati e l'emergere di una nuova filiera produttiva.

La Stretta del Governo: Il DDL Sicurezza

Nel contesto del DDL Sicurezza, il governo ha introdotto un emendamento che vieta la vendita e la coltivazione delle infiorescenze di cannabis light per usi diversi da quelli industriali, come alimentari o cosmetici. Questa misura ha l'obiettivo dichiarato di contrastare l'uso improprio della cannabis, ma ha incontrato una ferma opposizione. La norma ha ottenuto l'approvazione della Camera, ma le opposizioni politiche e le associazioni di categoria, come Coldiretti, temono che si tratti di una decisione che potrebbe mettere a rischio migliaia di posti di lavoro e frenare un mercato in espansione​.

La Reazione del Settore e delle Opposizioni

Secondo Riccardo Magi di +Europa, il governo sta distruggendo una filiera interamente italiana, con oltre 11.000 posti di lavoro coinvolti. A supporto di questa posizione, associazioni come la Coldiretti hanno sottolineato che gli investimenti fatti nel settore potrebbero andare persi, creando un danno economico notevole​(

La Sentenza del TAR sul Cannabidiolo (CBD)

Parallelamente al dibattito sul DDL Sicurezza, il TAR del Lazio ha sospeso il decreto del Ministero della Salute che equiparava il CBD alle sostanze stupefacenti. Questa decisione ha dato respiro ai produttori di cannabis light e agli operatori del settore, che rischiavano di vedere bloccata la vendita di prodotti a base di CBD. Questo intervento ha momentaneamente risolto uno degli aspetti più controversi della regolamentazione del settore, ma rimane la preoccupazione per il futuro del mercato​

Le Conseguenze Economiche e Sociali

Le nuove misure legislative, se confermate, potrebbero avere un impatto devastante per le aziende che operano nella produzione e distribuzione di cannabis light in Italia. Questo mercato, che ha visto crescere il numero di imprenditori e lavoratori impiegati nella filiera, rischia di essere ridimensionato drasticamente.

Secondo le stime delle associazioni di settore, sono circa 11.000 i posti di lavoro coinvolti, con un mercato che ha registrato investimenti significativi negli ultimi anni. Il timore è che queste nuove restrizioni possano ridurre la competitività delle imprese italiane rispetto a quelle di altri Paesi europei, dove la regolamentazione è meno rigida

Conclusioni

Il dibattito sulla cannabis light in Italia rimane acceso, con un confronto tra governo, opposizioni e associazioni di categoria. Se da un lato il governo mira a contrastare l'uso improprio della cannabis, dall’altro emergono preoccupazioni per l’impatto economico e sociale delle nuove misure. Le prossime settimane saranno cruciali per comprendere il futuro della regolamentazione della cannabis light in Italia.