DL Sicurezza Aziende in Protesta

Canapa, il Governo Meloni Tace con Bruxelles: Le Imprese in Rivolta Presentano Ricorso al Tribunale Civile

Il DL Sicurezza recentemente introdotto dal governo italiano rappresenta un attacco diretto e ingiustificato alla filiera della canapa industriale, minacciando un settore che vale mezzo miliardo di euro e impiega circa 30.000 persone. Questo provvedimento, che vieta la coltivazione, commercializzazione e trasformazione della canapa industriale, è stato definito da molte associazioni come illogico e in contrasto con le normative europee sulla libera circolazione dei beni.

L’impatto sull’economia rurale e sull’occupazione

Organizzazioni come Coldiretti, Confeuro e numerose altre hanno denunciato l'impatto devastante di questa legge, sottolineando come essa possa cancellare anni di investimenti e sviluppo in un settore che promuove pratiche agricole sostenibili e il rilancio delle aree rurali. Le proteste si sono intensificate, con manifestazioni in diverse città italiane, dove agricoltori e sostenitori della canapa industriale hanno espresso il loro dissenso contro una normativa ritenuta ingiusta e dannosa.

Ricorso UE e mobilitazione civile

La comunità europea è stata coinvolta attraverso una petizione presentata al Parlamento Europeo, evidenziando come il decreto violi principi fondamentali dell'Unione Europea. È imperativo che il governo riveda questa posizione, ascoltando le voci di migliaia di lavoratori e imprenditori che rischiano di vedere vanificati i loro sforzi e investimenti.

Perché difendere la canapa conviene a tutti

  1. Sostenibilità ambientale: rotazione delle colture, miglioramento dei suoli e minori fitofarmaci

  2. Innovazione industriale: bioplastiche, materiali edili, tessuti ad alte prestazioni

  3. Occupazione giovanile: incentivo a nuove imprese rurali e tecnologie green

In un momento in cui la sostenibilità e l'innovazione dovrebbero essere al centro delle politiche agricole, colpire un settore virtuoso come quello della canapa industriale appare non solo miope, ma profondamente ingiusto. È necessario un immediato ripensamento per salvaguardare un comparto fondamentale per l'economia e l'ambiente del nostro Paese.

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