Shock a Torino: Maxi-Inchiesta sulla Cannabis Light si Chiude nel Nulla

Shock a Torino: Maxi-Inchiesta sulla Cannabis Light si Chiude nel Nulla

Il 4 settembre 2025, il Tribunale di Torino ha disposto l’archiviazione delle accuse nei confronti di 14 persone coinvolte, tra produttori e commercianti, in quella che era considerata una delle più grandi inchieste italiane sulla cannabis light.

Accuse cadono: merce per 18 milioni di euro restituita (ma ormai invendibile)

Nella primavera del 2023, i carabinieri del NAS avevano sequestrato quasi due tonnellate di infiorescenze, del valore stimato di 18 milioni di euro, trovate in 49 punti vendita, aziende agricole e abitazioni tra Torino, Cuneo, Forlì-Cesena, Lecce, Milano, Monza-Brianza e Rimini :contentReference[oaicite:0]{index=0}.

Le analisi tecnico-chimiche successive hanno dimostrato che la maggior parte del materiale rispettava i limiti legali di THC. Solo pochi campioni — non ancora immessi sul mercato — risultarono oltre soglia. Il pubblico ministero definì l’attività come “essenzialmente lecita”, portando alla decisione di archiviare l’indagine e restituire la merce :contentReference[oaicite:1]{index=1}.

Tuttavia, la merce, ormai invendibile, è stata destinata al macero :contentReference[oaicite:2]{index=2}.

Impatto devastante sul settore: danni ingenti per produttori e commercianti

Il caos giudiziario ha causato costi ingenti: numerosi produttori lamentano “danni per migliaia di euro”, se non intere crisi aziendali, nonostante l’innocenza comprovata dalla legge :contentReference[oaicite:3]{index=3}.

Conclusione: uno dei maggiori fallimenti giudiziari sul fronte cannabis light

Questa vicenda rappresenta uno degli episodi più significativi di errore giudiziario nella storia recente della cannabis light in Italia. L’archiviazione del 4 settembre 2025 sancisce la fine di un’inchiesta avviata nel 2023 che, nonostante l’enormità del sequestro, si è rivelata priva di fondamento giuridico ed economico.

Cosa ci insegna questa vicenda?

La vicenda evidenzia la necessità di procedure investigative più accurate, basate su prove solide, e di maggiore tutela per le filiere produttive che operano entro i limiti di legge. È essenziale bilanciare l’efficacia investigativa con il rispetto dei diritti economici e reputazionali degli operatori legittimi.

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