Il Tribunale di Trento Conferma: "Si Può Ancora Produrre e Vendere Cannabis Light"

Il Tribunale di Trento Conferma: "Si Può Ancora Produrre e Vendere Cannabis Light"

In una decisione che porta chiarezza nel caos normativo, il Tribunale di Trento ha stabilito che le aziende che coltivano e commercializzano cannabis legale possono continuare la loro attività, purché rispettino il limite massimo di THC dello 0,6%. La sentenza arriva in risposta al ricorso presentato da due aziende del settore contro l’articolo 18 del decreto sicurezza, convertito poi in legge 80/2025, che ne vietava produzione e vendita.

Il Contenzioso: Ricorso Respinto, Ma Principi Affermati

Sebbene il giudice abbia formalmente respinto il ricorso delle aziende, la motivazione dell’ordinanza rappresenta una vittoria sostanziale per il settore della canapa legale. Il tribunale ha chiarito che non può pronunciarsi “in astratto” su una norma di legge, ma solo in riferimento a un caso concreto — ad esempio, un procedimento penale o una sanzione amministrativa — che nel caso delle ricorrenti non esisteva, dato che continuavano a operare senza essere state colpite da provvedimenti.

La Ratio della Decisione: Proporzionalità e Diritto Europeo

Nel motivare la decisione, il Tribunale di Trento ha richiamato principi fondamentali del diritto europeo e della giurisprudenza italiana, inclusi orientamenti della Corte di Cassazione. In particolare, ha sottolineato che:

  • Non si possono vietare parti specifiche della pianta di canapa (come le infiorescenze) se il divieto non è giustificato e proporzionato. Il decreto sicurezza, infatti, vietava le infiorescenze ma consentiva la coltivazione di semi e fibre, creando una contraddizione normativa.
  • Qualsiasi misura restrittiva deve essere giustificata da un obiettivo di sanità pubblica e deve essere proporzionata al rischio effettivo.
  • “Allo stato dei dati scientifici, il consumo di prodotti con THC inferiore allo 0,3% non crea rischi per la salute pubblica” — un principio che legittima la prosecuzione dell’attività nel rispetto dei limiti di legge.

La Legge 80/2025 e il “Divieto Ideologico”

La legge 80/2025, nata dal decreto sicurezza, aveva generato allarme nell’intera filiera della canapa legale, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro e investimenti già avviati nel pieno rispetto della normativa precedente. Come sottolineato anche da fonti politiche come il Movimento 5 Stelle, la norma è stata definita una “follia ideologica” del governo, priva di fondamento scientifico e lesiva di un settore produttivo in crescita.

Cosa Cambia Ora per Produttori e Commercianti

La sentenza del Tribunale di Trento, pur non annullando formalmente la legge, ne depotenzia fortemente gli effetti pratici. Fornisce un solido riferimento giuridico per chi opera nel settore, ribadendo che:

  • È legale produrre e vendere infiorescenze di canapa purché il contenuto di THC non superi lo 0,6%.
  • I divieti parziali (solo su infiorescenze) sono difficilmente sostenibili se non supportati da prove scientifiche di pericolo per la salute pubblica.
  • Le autorità non possono applicare sanzioni o avviare procedimenti penali senza un fondamento proporzionato e giustificato.

Questa decisione rappresenta un punto di svolta per il settore della canapa legale in Italia, aprendo la strada a ulteriori ricorsi e a un’auspicabile revisione normativa che riallinei la legislazione nazionale ai principi europei e alle evidenze scientifiche.

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