Canapa legale, sequestri illegittimi: Lollobrigida tace mentre gli agricoltori sardi vengono trattati da criminali

Canapa legale, sequestri illegittimi: Lollobrigida tace mentre gli agricoltori sardi vengono trattati da criminali

In Sardegna si moltiplicano i casi di sequestri di canapa industriale nonostante i valori di THC siano sotto la soglia legale. La situazione ha scatenato tensioni tra agricoltori e istituzioni, con il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida al centro del dibattito politico. Il nuovo “Decreto Sicurezza” e l’assenza di una chiara circolare interpretativa stanno generando incertezza normativa e danni economici per il settore.

Il nodo normativo: tra Decreto Sicurezza e mancate tutele

Il Decreto Sicurezza ha introdotto un divieto sull’uso delle infiorescenze di canapa, anche quando il contenuto di THC è sotto la soglia di legge. Questa misura, pensata per contrastare il traffico di stupefacenti, ha però colpito duramente le aziende agricole che operano legalmente nel settore della cannabis light. Il ministro Lollobrigida aveva assicurato in Parlamento che le norme non avrebbero penalizzato i coltivatori, ma l’assenza di un chiarimento formale ha lasciato spazio a interpretazioni contraddittorie da parte delle autorità. (Fonte: Il Fatto Quotidiano)

Sequestri e casi emblematici: Ledda e Sulas

Negli ultimi mesi, le forze dell’ordine hanno sequestrato diverse piantagioni di canapa industriale in Sardegna. Tra i casi più discussi figurano quelli di Franco Ledda e Fabio Sulas. Nel caso di Ledda, sono stati sequestrati 275 kg di infiorescenze e oltre 1.700 piante; la Procura di Sassari ha poi sospeso l’estirpazione, riconoscendo la complessità del caso. A Oristano, invece, la Guardia di Finanza ha rimosso più di 2.400 piante appartenenti a Sulas, nonostante le analisi indicassero un livello di THC inferiore allo 0,6%. (Fonte)

THC sotto soglia, ma piante distrutte

Le perizie difensive confermano che gran parte dei campioni sequestrati rientrano nei limiti di legge. Tuttavia, le piante vengono spesso distrutte prima che siano completati gli accertamenti chimici e tossicologici, un approccio criticato dagli esperti legali. La giurisprudenza della Cassazione (sentenze 2019 e 2021) stabilisce che la canapa con THC sotto 0,6% non può essere considerata sostanza stupefacente. Eppure, l’applicazione sul campo rimane incerta, lasciando spazio a sequestri e procedimenti penali contro coltivatori regolari.

Interrogazione parlamentare e ruolo del ministro Lollobrigida

La senatrice Sabrina Licheri (M5S) ha presentato un’interrogazione rivolta direttamente al ministro Lollobrigida, chiedendo chiarimenti sull’azione delle forze dell’ordine e sulle misure per tutelare il comparto agricolo. Secondo Licheri, “la distruzione preventiva delle coltivazioni legali rappresenta una violazione dei diritti degli agricoltori e una minaccia per centinaia di imprese”. La richiesta di una circolare ministeriale chiara diventa urgente per evitare ulteriori danni economici e legali.

Critiche, proteste e richieste di chiarezza

Gli avvocati dello studio Miglio-Simonetti, che assistono diversi agricoltori, denunciano una “confusione normativa intollerabile”, dove le forze dell’ordine applicano ai coltivatori legali le stesse procedure riservate ai narcotrafficanti. Gli operatori del settore chiedono che Lollobrigida e il ministero intervengano con linee guida ufficiali per distinguere chiaramente tra canapa industriale e sostanze stupefacenti. Senza un intervento rapido, avvertono, l’Italia rischia di perdere un comparto agricolo con enormi potenzialità economiche e ambientali.

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