Dalla Propaganda Fascista al Decreto Sicurezza 2025: Quando l'Italia Criminalizza Miliardi di Euro e Diritti Civili
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Introduzione: 90 anni dopo, la propaganda si ripete
Novant'anni dopo la propaganda razzista degli anni Trenta, l'Italia continua a dire no alla cannabis light e ai suoi benefici economici e terapeutici. Nel 2025, il Decreto Sicurezza ha criminalizzato una filiera legale da 2 miliardi di euro e messo a rischio 30mila posti di lavoro, equiparando infiorescenze con bassissimi livelli di THC a sostanze stupefacenti vere.
Eppure il TAR del Lazio e i tribunali italiani hanno dichiarato il decreto incostituzionale. La magistratura e la scienza dicono sì. La politica dice no. È una contraddizione che non è accidentale, ma radicata in una narrazione costruita sul razzismo, il controllo e gli interessi economici nascosti.
Questo articolo ripercorre come il proibizionismo fascista degli anni '30 si ripete identico nel 2025, perché il sistema continua a fallire, e quale strada potrebbe ancora salvare l'Italia dalla sua stessa ignoranza.
Part I: La Propaganda Fascista degli Anni '30 — Un Modello di Demonizzazione
Come la cannabis divenne "nemico della razza"
Negli anni Trenta, la criminalizzazione della cannabis light e dei suoi derivati non nasceva da evidenze epidemiologiche o crisi sanitarie sincere. Era pura propaganda ideologica costruita su razzismo e interessi economici.
Nel 1930, Harry J. Anslinger — capo del neonato Federal Bureau of Narcotics americano — lanciò una delle campagne di disinformazione più efficaci della storia contemporanea. Utilizzando i suoi famigerati "Gore Files" (raccolte di casi criminali isolati e amplificati), costruì il panico morale attraverso le pagine dell'American Magazine, le radio nazionali e supportato dall'editore millionario William Randolph Hearst.
Ma la retorica di Anslinger era trasparente nel suo razzismo:
"Studenti di colore all'Università del Minnesota che festeggiano con studentesse bianche, fumano marijuana e conquistano loro simpatia con storie di persecuzione razziale. Risultato: gravidanza."
Non era scienza medica. Era xenofobia e razzismo mascherati da guerra alla droga.
In Italia, il meccanismo fu identico. Il Decreto Oviglio-Mussolini del 1923 vietava la "canapa indiana" insieme a oppio e cocaina. Successivamente, la propaganda fascista — soprattutto nei quotidiani come Il Tempo — costruiva il nemico esterno. L'hashish divenne il simbolo della degenerazione morale legata ai "popoli inferiori", ai nemici dell'ordine fascista.
Gli interessi economici dietro il proibizionismo
Quello che la maggior parte delle persone non sa è che il proibizionismo della cannabis light non era motivato dalla sanità pubblica, ma dal capitalismo industriale americano.
Negli anni '30, la canapa era una coltura multi-uso straordinaria: dalle fibre tessili alla carta, ai materiali da costruzione, agli oli. Le corporation americane nel settore della carta, del petrolio e dei tessuti sintetici vedevano la canapa come una minaccia economica.
William Randolph Hearst possedeva enormi proprietà forestali e aveva interessi nell'industria della carta. La canapa poteva produrre carta in modo più efficiente e sostenibile. Per proteggere i suoi profitti, Hearst mise a disposizione i suoi giornali per amplificare la propaganda di Anslinger.
Allo stesso tempo, la DuPont — che aveva brevettato la cellophane e aveva investito pesantemente in fibre sintetiche — stava sponsorizzando la ricerca "scientifica" che criminalizzava la cannabis.
Il proibizionismo degli anni '30 non era medicina. Era lobbying industriale travestito da moralità.
Part II: 2025 — Il Ciclo Si Ripete Identico
Il Decreto Sicurezza 2025: proibizionismo del XXI secolo
Il Decreto Sicurezza 2025 (D.L. 48/2025, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale l'11 aprile 2025) ha fatto marcia indietro sulla legalizzazione della cannabis light, criminalizzando una filiera che aveva costruito un mercato legale solido basato sulla Legge 242/2016.
Le conseguenze sono state immediate e devastanti:
- Vietata la coltivazione di infiorescenze di cannabis light (THC < 0,6%)
- Vietata la lavorazione e la trasformazione
- Vietata la vendita al dettaglio e all'ingrosso
- Equiparate le infiorescenze a sostanze stupefacenti vere e proprie
- 30mila posti di lavoro a rischio di perdita
- Una filiera da 2 miliardi di euroimprovvisamente illegale
In pochi giorni, le aziende che operavano legalmente si sono ritrovate con il rischio di sequestri, denunce per spaccio di stupefacenti e chiusure.
Il paradosso giuridico: quando i tribunali dicono no al governo
Ecco il problema: il TAR e i tribunali italiani hanno dichiarato il Decreto Sicurezza 2025 incostituzionale e illegittimo.
La Sentenza del TAR del Lazio (2023)
Nel 2023, il TAR del Lazio (sentenze n. 02613/2023 e n. 02616/2023) ha annullato le limitazioni precedenti sulla coltivazione e l'uso della cannabis sativa industriale. La sentenza affermava chiaramente il diritto di coltivare e utilizzare l'intera pianta di canapa, purché conforme ai limiti di THC della Legge 242/2016.
La Sentenza del Tribunale di Trento (2025)
L'8 settembre 2025, il Tribunale di Trento ha emesso un'ordinanza ancora più chiara: i derivati della cannabis, se privi di "efficacia drogante", sono completamente legittimi.
L'Udienza del Consiglio di Stato
Il Consiglio di Stato ha fissato un'udienza per il 2 ottobre 2025 per valutare definitivamente la legittimità del Decreto Sicurezza.
In altre parole: la magistratura italiana dice che il decreto è illegittimo. Eppure rimane in vigore.
Questo non è uno stato di diritto. È un'anarchia amministrativa in cui l'esecutivo ignora le sentenze della magistratura.
Part III: La Ricerca Scientifica Confuta il Proibizionismo
I benefici terapeutici della cannabis light: cosa dice la scienza
Negli ultimi vent'anni, migliaia di studi peer-reviewed hanno documentato i benefici terapeutici della cannabis light e dei cannabinoidi. Non è una moda: è una convergenza scientifica.
1. Dolore Cronico e Neuropatico
Il THC e il CBD modulano il sistema endocannabinoide, riducendo la percezione del dolore in modo superiore a molti oppioidi sintetici senza gli effetti collaterali addittivi.
2. Sclerosi Multipla e Spasticità
La spasticità muscolare associata a patologie neurodegenerative viene ridotta significativamente con la cannabis terapeutica, migliorando la mobilità e la qualità della vita.
3. Epilessia Farmaco-Resistente
L'Epidiolex (CBD purificato) è stato approvato dalla FDA americana per la sindrome di Dravet e Lennox-Gastaut. I risultati clinici mostrano una riduzione delle crisi del 40-50% in pazienti che non rispondevano a nessun altro farmaco.
4. Nausea e Vomito da Chemioterapia
L'efficacia della cannabis terapeutica nel ridurre la nausea indotta da chemioterapia è consolidata e utilizzata negli ospedali di tutta Europa.
5. Glaucoma
La cannabis light riduce la pressione intraoculare, un meccanismo neuroprotettivo fondamentale nel glaucoma.
6. Effetti Antinfiammatori e Antitumorali
Studi su modelli animali mostrano che i cannabinoidi bloccano l'angiogenesi (sviluppo di vasi sanguigni che alimentano i tumori) e inducono l'apoptosi (morte programmata) nelle cellule maligne.
Come funziona: il sistema endocannabinoide
Il nostro corpo possiede un sistema endocannabinoide — una rete di recettori (CB1 e CB2) distribuiti nel cervello, nel sistema nervoso periferico e nei tessuti immunitari. Questo sistema regola:
- Percezione del dolore
- Infiammazione
- Memoria e cognizione
- Appetito
- Funzione immunitaria
- Cicli sonno-veglia
I cannabinoidi della cannabis light (soprattutto il CBD e le tracce di THC) interagiscono con questi recettori, modulando le funzioni sopra citate in modo terapeutico.
È biologia di base. Non è sperimentale.
Part IV: I Costi Mostruosi del Proibizionismo
Il carcere: il vero disastro del proibizionismo
Mentre il governo criminalizza la cannabis light, l'Italia spende cifre astronomiche per mantenere un sistema penitenziario saturo e disfunzionale, in gran parte per reati legati alle droghe.
I dati del sovraffollamento
Al 31 marzo 2024, il sistema carcerario italiano ospitava 61.049 detenuti per una capacità teorica di circa 47.000 posti. Il tasso di sovraffollamento supera il 130%.
Il costo medio per detenuto è di €150,28 al giorno, secondo il Rapporto Antigone 2024. Moltiplicato per 365 giorni, siamo a €54.852 per detenuto all'anno.
Chi riempie le carceri?
Secondo l'Ufficio delle Nazioni Unite per la Droga e il Crimine (UNODC):
- Su 3,1 milioni di arresti globali per reati legati alle droghe, il 61% è stato imprigionato per il solo possesso.
- In Italia, una percentuale significativa di questi detenuti è stata arrestata per reati cannabinoidi.
Il costo totale
- Costo penitenziario: oltre 1 miliardo di euro all'anno
- Costo per forze dell'ordine: centinaia di milioni in operazioni antidroga
- Costo per tribunali: decine di migliaia di processi per semplice possesso
- Costo sociale: stigmatizzazione dei detenuti, difficoltà di reinserimento, distruzione di vite
Il proibizionismo costa all'Italia almeno 1,5-2 miliardi di euro all'anno in enforcement e carcerazione.
Il beneficio economico della legalizzazione
Se l'Italia regolamentasse la produzione, lavorazione e vendita della cannabis light (e eventualmente della cannabis ricreativa), gli economisti stimano che lo Stato introiterebbe:
- €8 miliardi di gettito fiscale annuo
- €2 miliardi di risparmio in costi di enforcement, carcerazione e procedimenti penali
Per un totale di €10 miliardi all'anno.
Non è teoria economica astratta. È quello che sta accadendo in Canada, Uruguay, Lussemburgo e altri paesi che hanno scelto la legalizzazione regolamentata.
Conclusione: Il Ciclo Deve Spezzarsi
La propaganda della cannabis light negli anni '30 era razzismo travestito da moralità. Il proibizionismo del 2025 è la stessa cosa — una reiterazione di schemi falliti costruiti su falsità ideologiche.
La magistratura italiana ha detto no al Decreto Sicurezza. La ricerca scientifica ha detto no. L'economia ha detto no. L'Europa ha detto no.
Eppure l'Italia continua a dire sì a un sistema che criminalizza, impoverisce, e fallisce.
Non è scienza. Non è ragione. Non è governance. È folclore fascista ripetuto con le tecnologie amministrative del 2025.
La prossima sentenza del Consiglio di Stato (ottobre 2025) avrà l'opportunità di spezzare questo ciclo. Ma solo la politica — il Parlamento, il governo — può veramente scegliere di cambiare.
Fino a quando non lo faranno, l'Italia continuerà a bruciare miliardi di euro, a riempire le carceri, e a dare ai cartelli criminali quello che le democrazie europee hanno deciso di regolamentare.
È una scelta. È una scelta sbagliata. E ripete gli errori di novant'anni fa.