Italia contro Europa sulla Cannabis Light: «Non è droga». La decisione passa ai giudici UE
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Negli ultimi mesi la normativa italiana che riguarda la produzione, la commercializzazione e l’uso delle infiorescenze di canapa industriale (cosiddetta “canapa light”) è al centro di un acceso dibattito che coinvolge agricoltori, associazioni di categoria, istituzioni nazionali e il sistema giuridico dell’Unione Europea. In questo articolo analizziamo lo stato dell’arte: il quadro normativo, il contenzioso in corso, le implicazioni per le aziende agricole e le possibili evoluzioni.
1. Il quadro normativo italiano: cosa dice la legge
La legge centrale che regola la coltivazione della canapa industriale in Italia è la Legge 2 dicembre 2016 n. 242, che promuove la filiera della canapa agricola e prevede tra l’altro che siano coltivate varietà certificate dall’UE con contenuti di THC entro limiti definiti. :contentReference[oaicite:4]{index=4}
Tuttavia, un elemento di forte criticità è rappresentato dalle “infiorescenze” o fiori di canapa: la normativa italiana non ne autorizza esplicitamente la vendita per uso umano, e un emendamento al cosiddetto Decreto legge n. 48/2025 (anche detto “Decreto Sicurezza”) ha introdotto l’articolo 18, che vieta la produzione, detenzione, commercio, trasporto, consegna di infiorescenze di canapa e derivati (oli, resine, estratti) provenienti da varietà consentite. :contentReference[oaicite:6]{index=6}
In particolare, secondo alcuni approfondimenti, la norma equipara le infiorescenze di canapa industriale – anche se con THC molto basso – a sostanze stupefacenti, creando un blocco immediato per l’intera filiera che fino ad allora operava con riferimento legale alla legge 242/2016. :contentReference[oaicite:7]{index=7}
2. Il contenzioso: il ruolo del Consiglio di Stato e della Corte UE
Il Consiglio di Stato ha giocato un ruolo chiave: con un’ordinanza ha deciso di rimandare alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) la questione se la normativa italiana sia compatibile con il diritto dell’UE, in particolare per quanto riguarda:
- la distinzione tra parti della pianta (semi, fibre, foglie, infiorescenze) che la normativa europea non pare operare, e
- il principio della libera circolazione delle merci nel mercato unico europeo (articoli 34-36 TFUE). :contentReference[oaicite:9]{index=9}
L’ordinanza sottolinea che la normativa dell’UE – in particolare il catalogo delle varietà di canapa ammesse — non distingue tra parti della pianta come infiorescenze o foglie. :contentReference[oaicite:10]{index=10}
In sintesi, il Consiglio di Stato chiede alla Corte UE se uno Stato membro può vietare la produzione e la vendita di infiorescenze di canapa industriale (anche con THC entro limiti legali) di varietà consentite, senza giustificazione concreta per motivi di salute o ordine pubblico. :contentReference[oaicite:11]{index=11}
2.1 Conseguenze possibili
Se la Corte UE stabilisse che la normativa italiana è incompatibile con il diritto europeo, la conseguenza potrebbe essere la disapplicazione delle norme nazionali in conflitto (ad esempio l’articolo 18 del Decreto Sicurezza, o interpretazioni del D.P.R. 9 ottobre 1990 n. 309 – Testo unico stupefacenti) da parte dei giudici nazionali. :contentReference[oaicite:13]{index=13}
Inoltre ciò rappresenterebbe un importante segnale per la filiera della canapa industriale, che attende da tempo una certezza normativa e giuridica. :contentReference[oaicite:14]{index=14}
3. Impatto sulla filiera agricola e commerciale della canapa
Il settore della canapa industriale in Italia coinvolge migliaia di imprese agricole, giovani imprenditori e lavoratori: coltivatori, trasformatori, distributori e rivenditori. :contentReference[oaicite:15]{index=15}
Con la stretta normativa attuale e il divieto sulle infiorescenze, molte imprese denunciano un blocco improvviso: merci che diventano inutilizzabili, raccolti a rischio, sequestri amministrativi e giudiziari. :contentReference[oaicite:16]{index=16}
In Liguria, ad esempio, sono circa cinquanta aziende gestite da giovani che lavorano infiorescenze di canapa, ma che si trovano ora in forte difficoltà per le norme applicative del Decreto Sicurezza.
4. Quali scenari per il futuro?
Alla luce delle questioni aperte, possiamo delineare tre scenari possibili:
- La Corte UE conferma la compatibilità della normativa italiana: in questo caso lo Stato potrà mantenere il divieto sulle infiorescenze e derivati, e la filiera agricola dovrà adeguarsi a lungo termine a nuovi parametri restrittivi.
- La Corte UE dichiara l’incompatibilità: lo Stato sarà costretto a modificare o disapplicare parte della normativa nazionale e la filiera potrà riavviare con più certezza giuridica.
- Soluzione intermedia con mediazione politica e normativa: potrebbe emergere una riforma che contempli limiti, controlli e certificazioni più stringenti senza divieto totale», ma con un quadro che riconosca la canapa industriale come coltura agricola legittima.
Qualunque sia il risultato, è importante che gli operatori della filiera (coltivatori, trasformatori, distributori) seguano con attenzione i passaggi giuridici e regolamentari, si dotino di consulenza legale e normativa, e valutino strategie di adattamento (es. diversificazione delle produzioni, semplificazione della tracciabilità, certificazione, ecc.).
5. Cosa significa per chi lavora nel settore e per i consumatori
Per gli operatori del settore:
- Verificare che la varietà coltivata sia certificata ai sensi UE e nazionale.
- Controllare che le infiorescenze o derivati non siano commercializzati in violazione della normativa vigente.
- Tenere sotto monitoraggio gli sviluppi giurisprudenziali e regolamentari in attesa della decisione della Corte UE.
Per i consumatori:
- Essere consapevoli che la normativa italiana è in evoluzione e che alcuni prodotti fino ad oggi commercializzati potrebbero diventare non conformi.
- Informarsi sulla provenienza e natura del prodotto (varietà, contenuto THC, parte della pianta usata, eventuali derivati).
- In caso di dubbi, rivolgersi a rivenditori certificati o ad associazioni del settore per evitare acquisti “a rischio”.
Conclusione
La vicenda normativa e giuridica che riguarda la filiera della canapa industriale in Italia rappresenta uno snodo strategico per agricoltori, imprese e mercato. Il rinvio del Consiglio di Stato alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea apre un capitolo decisivo: se la normativa italiana verrà considerata in contrasto con il diritto europeo, sarà necessario un riassetto normativo, con potenziali benefici per la filiera. In attesa della decisione, la cautela e l’adozione di buone pratiche diventano fondamentali.